Da dove viene la taranta? Perché si chiama così? Qual è la leggenda dietro a questa famosissima tradizione pugliese? Scopriamolo!
Il legame tra San Paolo, in pugliese “Santu Paulu” e la taranta rappresenta uno degli aspetti più affascinanti e misteriosi della cultura popolare del Salento, intrecciando fede, musica e danza in un rituale che ancora oggi affascina studiosi e appassionati.

Questa tradizione si sviluppa intorno alla figura delle tarantate, donne credute vittime del morso della tarantola, e il culto di San Paolo, protettore e guaritore, il cui potere miracoloso veniva invocato per ottenere sollievo.
Il culto di San Paolo, la taranta e la chiesa di Galatina
La Chiesa di San Paolo a Galatina, nel cuore del Salento, è il fulcro di questa tradizione.
Secondo la credenza popolare, le donne morse dalla tarantola si recavano presso la chiesa per ricevere la grazia del Santo.

Qui pregavano e bevevano l’acqua ritenuta miracolosa, attinta dal pozzo accanto alla chiesa, mentre si abbandonavano a danze frenetiche accompagnate dal ritmo ipnotico dei tamburelli.
Ogni anno, il 29 giugno, giorno dedicato ai Santi Pietro e Paolo, la cittadina celebra una messa e un rito speciale per liberare le tarantate, perpetuando una tradizione che mescola sacro e profano.
Musica e danza: la taranta come rituale di guarigione
La guarigione avveniva attraverso un complesso rito musicale in cui le tarantate danzavano al ritmo crescente dei tamburelli.
Questa pratica, nota come pizzica tarantata, aveva lo scopo di “esorcizzare” il veleno del morso. I suonatori cercavano il ritmo giusto per “placare” la taranta, il simbolico animale che rappresentava sia la malattia che la cura.
Durante il rito, le tarantate entravano in uno stato di trance e dialogavano simbolicamente con San Paolo e con la taranta stessa. Questi momenti erano carichi di significato spirituale: il Santo veniva visto come un guaritore e, allo stesso tempo, come l’elemento che puniva attraverso il morso della taranta.
Segnali di guarigione, come la diminuzione della durata dei cicli di danza e l’aumento dell’appetito della tarantata, indicavano l’avvenuta grazia. Una volta terminato il rito, le offerte raccolte venivano portate in chiesa come segno di ringraziamento.
Le leggende su San Paolo e la taranta
Il legame tra San Paolo e la taranta è radicato in diverse leggende. Per esempio c’è quella legata al miracolo di Malta: San Paolo, durante la sua missione a Malta, venne attaccato da un serpente mentre accendeva un fuoco. La sua immunità al veleno rese evidente il suo potere divino, gettando le basi del culto legato ai morsi di animali velenosi.

Secondo un’altra leggenda, San Paolo, ospitato in Salento durante uno dei suoi viaggi, donò agli abitanti di Galatina il potere di guarire dai morsi di insetti e rettili velenosi, rendendoli anche immuni.
La taranta, un tempo vista come maledizione, è diventata un simbolo culturale. La Notte della Taranta, un festival musicale di fama internazionale, è una reinterpretazione moderna di questa tradizione.
E, a proposito di tradizioni, non perderti la Fòcara salentina: ne abbiamo parlato in questo articolo!